Riccardo Isola – «Il cantiere per la creazione della nuova sede che ospiterà la nuova cucina e l’emporio solidale sta procedendo. Stando al cronoprogramma dovrebbe chiudersi il tutto e quindi inaugurare entro l’estate». Così Luca Venturi, responsabile e ideatore, assieme alla moglie Camilla Marangon, di questa iniziativa solidaristica, fotografa lo stato di avanzamento dei lavori per la realizzazione della sede «definitiva», tra via Volta e via Da Vinci, dell’associazione di volontariato che aiuta, tramite l’elargizione gratuita di generi di prima necessità, sia alimentari che non alimentari, persone e famiglie bisognose. Un’azione che è partita pochi anni fa con due persone per arrivare oggi ad avere un piccolo «esercito» di volotari, circa una cinquantina che soprattutto il mercoledì, venerdì e domenica raggiungono il centro per aiutare nella preparazione dei pasti e nella distribuzione dei viveri e generi vari per la cura e l’igiene della persona e della casa.
I NUMERI
«La situazione è seria. Oggi – ammette Venturi – siamo a quota 2.900 persone che ogni mese aiutiamo con pasti caldi e generi vari. E sempre con nuovi arrivi. Ogni settimana distribuiamo circa 20 quintali di generi alimentari. Di queste persone quasi il 30% sono faentini, poi c’è una grande comunità albanese a cui si aggiungono una trentina di persone invisibili, extracomunitarie, senza documenti, con ripari di fortuna trovati in fabbricati abbandonati, con lavori pagati in nero e santuari, che non sanno come sopravvivere in maniera dignitosa. Un’enormità di emergenze e disagio ma che dà il segno di cosa significa oggi, in un territorio comunque ricco e dinamico come questo, essere indigente e povero. Il problema – aggiunge – è che vengono da noi anche persone e nuclei famigliari che il reddito lo avrebbero anche, sia italiani e faentini, sia stranieri, ma che per affitto, mutuo, bollette, auto e magari numerosi figli, ad arrivare a fine mese non solo non ci arrivano ma diventa un vero e proprio sogno».
LA SEDE NUOVA
Tornando alla sede, rispetto al progetto originale, che prevedeva il recupero anche del primo piano dello stabile da parte del Comune, le risorse non sono abbastanza. «Per ora quindi realizzeremo i due spazi per la cucina e l’emporio. Per la sala mensa dovremmo aspettare tempi migliori, che doveva prendere vita al primo piano. Ci attrezzeremo, se ci riusciamo, trovando il modo di allestire una struttura temporanea ma all’esterno del piazzale». L’importante è «riuscire quanto prima a poter iniziare a “lavorare” nella nuova sede» visto che nell’attuale (all’interno del cortile del Palazzo delle Espozioni) il cantiere per la ristrutturazione sta ovviamente e necessariamente rendendo più difficoltoso il lavoro quotidiano.
PRIORITA’ BAMBINI
Tra le priorità c’è poi l’esigenza di trovare uno spazio o un «contenitore» al riparo dalle intemperie per poter permettere ai bambini di poter socializzare. «Da noi – sottolinea con urgenza Venturi – arrivano fino a 130 bambini che assieme alle famiglie necessitano di aiuti. Con noi e soprattutto grazie a volontari, compresi ceramisti faentini che organizzano piccoli laboratori di ceramica, cerchiamo di animare e riempire le loro giornate. Ma serve uno spazio adeguato, che possa essere anche solo un container, per poterlo fare in tranquillità e al riparo. Le risorse – aggiunge al riguardo – adesso non le abbiamo. Grazie a un importante intervento finanziario della Bcc, che ci ha donato 10mila euro, siamo riusciti a chiudere il gap economico che serviva per le attrezzature della cucina e del futuro emporio, che in totale ci hanno visto spendere circa 25mila euro. Adesso di liquidità non ne abbiamo più e quindi lanciamo l’appello a qualche buon cuore o beneffatore che possa sposare l’iniziativa».
FERMATA DEDICATA
Infine «sempre dall’amministrazione comunale – chiude Venturi – proprio perchè lo spostamento della sede impatta enormemente sulla logistica delle persone che vengono da noi, ci sarebbe la disponibilità di inserire proprio una fermata della linea di una navetta gratuita all’altezza della nuova sede della Piccola Betlemme. un altro gesto di grande attenzione e di sesnibilità istituzionale che non possiamo che salutare con enorme piacere»